Warning: Undefined variable $loadjquery in /home/mhd-01/www.tenoresneoneli.it/htdocs/templates/meembo-blue/index.php on line 68

Baranta - Concerti 2016 - Torregrande 16 luglio

BARANTA - I CONCERTI - 1° APPUNTAMENTO


Riprende CURRIDE ZENTE, i concerti/confronto dei tenores di Neoneli nell’annualità giustamente denominata BARANTA, in corrispondenza del loro Quarantennale Artistico.


Il progetto itinerante, giunto ormai all’ottava edizione, quest’anno riparte da Torregrande, sabato prossimo 16 luglio, nello spazio della torre aragonese.
In collaborazione col Comune di Oristano, i tenores di Neoneli, attingendo ancora dal cast del rinomato Festival Internazionale Sete Sòis Sete Luas (per il settimo anno consecutivo) fanno arrivare nella marina oristanese una band assortita formata da cinque musicisti provenienti da altrettanti paese.
Gli incredibili talenti dei Paesi della Rete del Festival SSSL danno vita ad un nuovo progetto musicale, la “Luasiberica Orkestra”, una fusione delle tradizioni musicali del Fado, Flamenco, ritmi del Brasile e dell’Italia. Un’unione artistica che fonde la forza del ritmo flamenco del cantante andaluso Juan Pinilla (voce e direzione musicale) con la soavità del Fado dei portoghesi Celina da Piedade (organetto diatonico) e Ricardo Silva (chitarra portoghese), con l’armonia dei ritmi del Brasile di Gustavo Roriz (basso elettrico) e l’energia lavica del violino dell’italiana Elena Floris: il risultato è un delirio musicale che rappresenta lo spirito eclettico e multi sfaccettato del Mediterraneo.
Come sempre lo spettacolo si conclude con le musiche sarde, tutti insieme a suonare e cantare su passu torrau, ballu tundu, dillu, che diventano musica world collettiva.

Coi tenores di Neoneli, nella serata, Orlando ed Eliseo Mascia e il Duo Fantafolk.

... vi aspettiamo a Torregrande.

Locandina Concerto Torregrande 16.07.2016
Locandina Concerto Torregrande 16.07.2016

Tournée in Australia 2016

Tournée in Australia per i tenores di Neoneli

I tenores di Neoneli per la terza volta in Australia. Nel Quarantesimo anno di ininterrotta attività artistica, è questo il primo viaggio importante del 2016, e straordinario dal punto di vista artistico e culturale.
Il progetto è denominato BACK TO THE FUTURE, ed è nato dalla collaborazione fra Tonino Cau e il suo gruppo, il Professor Gaetano Ranieri (lo studioso, in questo giorni premiato a Denver per la sua comunicazione su Mont’e Prama, cui si deve appunto una parte dei ritrovamenti nel sito archeologico e una mappatura di numerosi ettari che il “georadar” ha radiografato registrando numerosissime anomalie testimonianza dell’eccezionale interesse del sito ), e Fausto Zanda, alacre presidente del circolo dei sardi di Brisbane, in Australia.
Dalla collaborazione è nato il progetto in cui gli emigrati sardi sono protagonisti attivi di divulgazione storico-scientifica e culturale, offrendo agli altri le bellezze, in questo caso archeologiche ed etnofoniche, uniche della nostra isola.
La conferenza spettacolo è così concepita: il professor Ranieri divulgherà con un dvd multimediale la magia del mondo nuragico, per arrivare a Mont’e Prama, che coi suoi “giganti” è oggi uno dei siti più interessanti dell’intera Europa. Durante la presentazione vi saranno dei momenti in cui i tenores di Neoneli interverranno con dei canti scritti ad hoc su Mont’e Prama, che saranno cantati a tenore coi ritmi “Sa Seria”, “Passu Torrau”, “Ballu Tundu”. Non di meno, sarà della compagnia anche il fido musicista Orlando Mascia, che a sua volta eseguirà delle musiche adeguate alla circostanza della narrazione, e accompagnerà qualche brano del coro.
Gli appuntamenti saranno due.
Il giorno 28 marzo, proprio il giorno di Pasquetta, BACK TO THE FUTURE sarà presentato agli emigrati e alle loro famiglie di Brisbane e del Queensland in generale, nel corso dell’incontro di primavera organizzato dal circolo.
Il giorno 29 marzo sarà la volta dell’Università del Queensland, frequentata da ben 36mila studenti, nella sala grande dell’ateneo.
In quella circostanza a professori ed alunni sarà dato conoscere lo straordinario sito archeologico che da oltre quarant’anni regala sorprese magiche, attraverso una divulgazione scientifica in cui il Prof. Ranieri illustrerà la sua esperienza nell’area del Sinis, condotta con l’archeologo Momo Zucca e col loro staff, che promette ancora straordinari ritrovamenti.

Articolo de L'Unione Sarda
Articolo de L'Unione Sarda


Da parte loro i tenores di Neoneli arricchiranno l’evento con dei canti tematici, ancora a dimostrazione che il canto in generale, e dunque il canto a tenore a pieno titolo, può essere esso stesso uno straordinario mezzo divulgativo, oltre che una espressione musicale suggestiva come poche al mondo.
Naturalmente continua ad avere successo ovunque ZUIGHES, l’ultima fatica dei tenores premiata recentemente dal successo in Cina, che promette di viaggiare ancora, e ancora lontano.
L’annata del gruppo, BARANTA, prevede una serie di tournées (una di assoluto prestigio a settembre, nel Stati Uniti d’America, con il clou a CHICAGO) e alcune iniziative in Sardegna, fra cui una il 25 settembre a Samugheo (dove in quello stesso giorno di quarant’anni fa il coro fece il suo esordio in assoluto) e una a Neoneli il primo ottobre. In entrambi i casi saranno presenti ospiti di livello nazionale e internazionale.
In quelle circostanze un dvd multimediale, durante gli spettacoli, ripercorrerà il ricchissimo cammino culturale dei tenores di Neoneli, Cavalieri della Repubblica per meriti culturali, attraverso le loro infinite produzioni (i libri prodotti, i dischi, cd, cassette, opuscoli, depliants, i video sull’ambiente, le immagini televisive, i manifesti, le collaborazioni, le innumerevoli di canzoni divulgate da loro stessi e altri artisti, immagini dei viaggi in una trentina di nazioni…), che li rendono assolutamente unici nel lor genere.

Sala Museo Civico di Cabras
Sala Museo Civico di Cabras - Giganti di Mont'e Prama

Due dei testi su Mont’e Prama, scritti da Tonino Cau, che i tenores di Neoneli canteranno per la prima volta in Australia

MONT’E PRAMA

Mont’e Prama, una maja,
un’istrina de su fadu,
unu logu fentomadu,
ses pro arte e pro cultura,
pro sa dechida natura,
pro sas operas lassadas,
in sas pedras tribagliadas,
cun passentzia e cun balìa.

Non fit naschidu Gesusu,
Tharros fit una tzitade,
bia, in atividade,
e nemancu sola puru,
ca b’aiat de seguru,
biddas mannas, biddigheddas,
in sos paris, in sas seddas,
e nuraghes a porfia.

Su montigu ‘e Mont’e Prama,
est pretziosu cantu mai,
d’esser ricu, ricu gai,
mai nemos bi creiat,
chie s’imaginaiat,
una simile sienda,
testimoniu, vera prenda
de antighissimu passadu?

Su montigu ‘e sos gigantes
totus nos at ispantadu,
pro su numeru agatadu
pro comente sun formados,
chie los at modellados
cun apentu e determinu,
non fit mancu unu ciapinu
ma artista de capia.

S’iscoberta ‘e Mont’e Prama
est de importu planetariu,
unu situ legendariu,
chi fentoman in totue,
su chi an agatadu incue
est de medas, medas annos,
de sos posidos prus mannos
pro totu s’archeologia.

SA MATESSI DIE

Naran ca propiu in sa matessi die
duos massaios, unu fit cinesu,
e unu sardu, fit campidanesu,
unu inoghe s’ateru inie,
su mes’e marzu, in tempus de nie,
parian cunsonados sende atesu,
duas isculturas agatadu ana,
una de pedra una de luzana.

Unidos in su fadu, ana iscobertu,
duos preziosos posidos cuados,
e totugantos si suni ispantados
comente an cussos posidos abbertu,
oe podimus narrer, custu est tzertu,
ca sun duos sitos de sos prus famados,
sun testimoniu de un’arte antigoria,
isprigu de cultura e de istoria.

Ma sos cinesos nd’an’iscovecadu
s’esercitu ‘e luzana, a ispantu fatu,
e postu an de su mundu in d’unu ratu,
sa meraviza de tanti passadu,
nois amus apen’incomintzadu,
però bi diat cherret un’iscatu,
chissai ite in suta b’at ancora,
chi si congruat: non bidimus s’ora!

Gigante di Mon'e Prama - Cabras
Gigante di Mon'e Prama - Cabras

Concerto a Cagliari - Giornata FAI 20.03.2016

Concerto a Cagliari in occasione della Giornata FAI

Cari amici, domenica 20 marzo dalle ore 18:00 abbiamo cantato e suonato col Duo Mascia (Orlando ed Eliseo) nel Complesso dei Gesuiti di Stampace, via Azuni, che comprende l'ex Ospedale militare, la Chiesa e la Sacrestia dei Gesuiti.

Il complesso storico artistico architettonico sarà visitabile nell'ambito delle iniziative annuali del FAI Sardegna.

La serata è stata una meravigliosa vigilia della imminente partenza per l'Australia. Ci aspettano gli emigrati di Brisbane e gli alunni e professori dell'Università del Queensland.

Vi racconterò. A presto.

Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras
Cagliari 20.03.2016 Foto di Giovanni Marras

Carnevale 2016 in Piazza Roma a Oristano

Ciao a tutti, e buon Carnevale! Con la banda della foto lunedi sera, dopo la Sartigliedda, saremo in piazza Roma (noi, Orlando ed Eliseo Mascia, il mago della fisarmonica Bruno Camedda). Un bello spettacolo di canti e musiche della nostra tradizione, della nostra appartenenza. Piano piano cominciamo, continuiamo il nostro percorso del Quarantennale. BARANTA sarà una bella annata. Ci attendono in Australia (per la terza volta) a marzo, negli USA, in Cina (ancora), nel Regno Unito, Spagna, Marocco, Slovenia.... E poi le feste di Neoneli e Samugheo (dove esordimmo il 25 settembre 1976) e le piazze sarde che ci vorranno ospitare in questa annata sacra.

NON MANCATE!

Carnevale 2016 in Piazza Roma a Oristano
Questo lunedì di Carnevale 2016 vi apettiamo in Piazza Roma a Oristano

Il Tour in Cina dei Tenores di Neoneli

Il Tour in Cina dei Tenores di Neoneli, il diario di viaggio di Tonino Cau

Il viaggio in Cina nasce da un contatto che i tenores di Neoneli avevano col Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Hong Kong, Matteo Fazzi, che anni prima ci invitò a cantare a Londra e Liverpool (all’interno dello stadio della mitica squadra di football).

Proponiamo ZUIGHES e la risposta è un entusiastico “si”: un progetto musicale ma anche marcatamente culturale, storico.

 

La notizia si spande fra gli addetti culturali delle istituzioni culturali italiane in Cina,m ed ecco la proposta da Pechino, a firma della Professoressa Stefania Stafutti, che ci chiede se ci avrebbe fatto piacere proseguire il viaggio da Hong Kong.

Così organizziamo un tour in quattro tappe. Diventeranno poi solo tre a causa della visita del Presidente del Senato Grasso, che altera la programmazione degli eventi.

Ma tant’è: bastano e avanzano tre date.

La locandina dello spettacolo a Hong-Kong
La locandina dello spettacolo a Hong-Kong

HONG KONG-2 dicembre 2015

Ad Hong Kong abbiamo cantato nel Teatro YOUTH. Le note di ZUIGHES hanno sorpreso e incuriosito il variegato e numeroso pubblico presente. La serata era inserita nell'iniziativa “Bellissima Italia”, organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura. Hong Kong è una città allucinante. Ti meraviglia la frenesia della gente, sempre di corsa, ovunque, a tutte le ore. Vedi tantissime facce "occidentali". Si tratta di una mega città (ma, come vedremo, niente in confronto con altre realtà cinesi) perennemente in costruzione, dove giornalmente girano e interagiscono una ventina di milioni di persone, a fronte di una popolazione ufficiale residente di poco inferiore a 8 milioni.. Gru ovunque. Un porto containers che ti fa venire il torcicollo per la sua smisurata grandezza. Vedi i palazzi di trenta e più piani dove stanno i mini appartamenti di pochissimi metri quadrati, per la gente che non ha possibilità, e vedi i lucidi grattacieli dell'isola di HK, con la sua mitica skyline, i cui appartamenti costano un occhio della testa. Per strada vedi e senti di tutto, odori indefinibili, ambulanti con misere cianfrusaglie, impettiti uomini d'affari, studenti di Erasmus e Intercultura, giovani occidentali in cerca di avventure e... di futuro.

Dopo il concerto, un intellettuale sardo, Ciriaco Offeddu, ci dice,: vi voglio a marzo, ancora qui e a Macao, magari troverete concluso il ponte di 52 chilometri che collega Hong Kong a Macao. I cinesi lo fanno: noi discutiamo decenni se fare e come fare il ponte di Messina, quaggiù in pochi mesi ti realizzano un ponte monstre di 52 km. Comunque una signora, alla fine della serata mi dice: "Ho letto su Internet la storia di Eleonora d'Arborea, grande personaggio. Da dove proveniva?". Noi abbiamo risposto: "Da Oristano". E lei: "Neoneli dove si trova?". "A soli 45 minuti da Oristano". Soddisfazione: i nomi delle nostre città, esaltati in luoghi così lontani e diversi.

Della città di Hong Kong, dove ancora si guida a sinistra (retaggio coloniale degli “inglesi”), capisci che è una realtà meticcia, nel passato e nel futuro. Non si capisce se il futuro entusiasma o fa paura, nel senso che fra pochi anni non vi saranno più le condizioni di miglior favore garantite dal “passaggio” morbido dalla Gran Bretagna alla Cina Popolare. Intanto la città oggi è un vulcano di attività. Dicono che il dollaro di Hong Kong sia una delle monete più scambiate al mondo.

Bello esserci stati, e aver lasciato un buon ricordo. Anzi, apro la posta al mio rientro a casa e trovo un nuovo invito per il prossimo mese di marzo. Ci chiamano per una iniziativa culturale divulgativa, sui ritrovamenti e i “giganti” di Mont’e Prama. Ci vorrebbero anche a Macao. Perché no? Vedremo.

A Chongqing un manifesto annuncia l'arrivo dei Tenores
A Chongqing un manifesto annuncia l'arrivo dei Tenores

CHONGQING- 4 dicembre 2015

Prima di tutto comincio con una autocritica non di maniera: non avevo mai sentito nominare la città di Chongqing. Lo ammetto e faccio ammenda, io che per la geografia ho sempre avuto un debole e una grande passione.

Quando stiamo per partire qualcuno mi dice che la città conta più di trenta milioni di persone. Mi chiedo: “Come mai non ne abbiamo mai sentito parlare, possibile che una simile realtà sia ignota ai più, nel cosiddetto “occidente”? È così.

Provenienti da Hong Kong, l’aeroporto di Chongqing non da l’impressione di essere quello di una città forse fra le più grandi al mondo. Ci vengono a prendere e c’incamminiamo verso la città, ad uno sputo.

L’impressione “a pelle”, è che stiamo entrando in una nazione diversa da Hong Kong.

Ci colpisce favorevolmente il decoro e la pulizia delle strade, delle aiole, degli spazi verdi: tutto ben curato, neppure un coriandolo per le strade. Buste di plastica e rifiuti vari, molto popolari nelle nostre cunette, manco l’ombra. Ci diciamo, non senza essere sopresi: “il primo impatto è super”.

Ma, detto della sobrietà e della pulizia degli spazi, vi è un altri tipo di impatto che traumatizza: i palazzi, i grattacieli.

Mai visto in vita mia ( eppure città e metropoli ne abbiamo visitato in quattro continenti, megalopoli comprese) un tessuto urbano simile.

Appena usciti dall’aeroporto si entra letteralmente in città. Questo vuol dire che cominciano i grattacieli. Neppure un palazzo che non abbia almeno trenta quaranta piani. Un numero impressionante di palazzoni, tutti molto simili e spaventosamente vicini, fa pensare ad una città mostro.

Il grande ponte della confluenza del fiume Jialing e del tratto superiore del fiume Yangtze, ci fa entrare nel vivo della città.

Il panorama diventa monotono, una selva vera e propria di grattacieli dove vivono milioni di cinesi, ci diranno che ormai le quattro municipalità attaccate, a Chonqing hanno superato i 35 milioni, a destra e sinistra, per una densità di oltre 350 abitanti per km quadrato.

In sostanza, in una sola area urbana ci stanno la metà degli italiani. Pazzesco. E si vede.

Un amico sardo che in quei giorni sta proprio a Chongqing per affari, venendo a trovarci per assistere al nostro concerto, dice di aver percorso non meno di 50 chilometri per arrivare al centro, dove siamo noi. Ma la città inizia molto prima…Oltre due ore e mezzo di tempo. Mamma mia.

Dal nostro hotel si domina la piazza centrale della città. Sembra una piazza di Berlino o Parigi o Milano o Madrid o New York: palazzi di vetro e acciaio lucidi a specchio, le boutiques e le griffes più note al mondo gareggiano a mostrare le vetrine più sontuose, da Armani e Prada, da Versace a Valentino a Cartier a Rolex, a Miu Miu a Chanel…

Se ti sposti di trecento metri assisti ad un qualcosa di sconvolgente: torni indietro nel tempo, quasi nel medioevo. Resiste un mercatino dei poveri. In un dedalo di viuzze maleodoranti, sporche, trovi di tutto.

Ci sono i venditori di carne (disposta su cesti di canne o vimini, o dentro secchi di plastica, o su tappeti stesi per terra) che tutti possono toccare prima di acquistare, accanto a lustrascarpe, venditori di ferraglie, di fiori, di interiora, persino di sangue animale, di teste di pesce e di coniglio, di galline, oche e galli vivi (che in stamberghe luride macellano davanti ai tuoi occhi, con una igiene degna delle migliori cloache), e portantini sfiancati che con la loro canna di bambù sulle spalle trasportano di tutto.

Il tutto fa impressione. Dicono che fra pochi mesi il mercatino sarà un ricordo: incombono le ruspe e le gru.

Il consolato italiano organizza “Autunno Italiano”, e coglie l’occasione del nostro viaggio e, d’accordo con Pechino, ci invita a Chongqing.

Il Console Sergio Maffettone è entusiasta dello spettacolo, e predice che noi torneremo da quelle parti. Anzi, ci dice che ci vorrebbero ancora il 28 dicembre, dopo pochi giorni. Esprimiamo il diniego ovviamente, per il futuro si vedrà.

Lo spettacolo si tiene nell’androne molto vasto del più alto grattacielo della città, dove per altro ha sede al 47mo piano il Consolato Italiano.

Nell’androne montano il palco, sul quale troneggia uno schermo elettronico di otto metri per sei in cui vanno immagini della Sardegna prima della nostra performance, per poi lasciare lo sfondo fisso con la riproduzione del depliant dell’avvenimento. Stupendo.

In prima fila il nostro Console, quello vietnamita, il propietario del palazzo e altre varie autorità Ogni posto a sedere occupato, e tanti in piedi. Molto gratificante, non l’avrei mai detto. Andiamo via contenti.

Foto di gruppo nella Città proibita a Pechino
Foto di gruppo nella Città proibita a Pechino

PECHINO-9 dicembre 2015

Pechino ci attende con una cappa di tristezza. Si tratta del velo grigio dello smog, il micidiale smog provocato prevalentemente dal traffico caotico della città. Vedi che non è nebbia, la nebbia lascia una patina di umidità, lo smog no. Lo smog lo senti nel naso. Te lo soffi e sul fazzoletto restano tracce scure. Tant’è.

L’impatto con l’aeroporto è enorme: la sua vastità ci stupisce. Aereo e pullman ci mettono quasi 40 minuti prima di farci entrare nell’aerostazione.

L’hotel è in centro, vicino ad una delle innumerevoli zone commerciali e della cosiddetta movida. Locali di ogni tipo, centri dello shopping, ristoranti di ogni nazione, locali notturni…

Si direbbe anche la zona delle ambasciate, e pure la nostra è in quella zona.

Di prammatica visitare la Grande Muraglia. Ad un’oretta dall’hotel.

Fa freddo, sulla muraglia c’è ancora tanta neve e ghiaccio, e incombe una fastidiosa nebbia che inibisce una vista adeguata. Tuttavia il vallo di difesa dai mongoli acquista forse un aspetto più magico.

Patrimonio dell’Umanità, una delle sette meraviglie del mondo, percorriamo diverse centinaia di metri, e intoniamo il canto a tenore (a sua volta “Patrimonio dell’Umanità”), solo alcune note dato il freddo, destando l’attenzione dei numerosi turisti che comunque non mancano mai. Sorprendente e affascinante, stupefacente pensare a cosa hanno fatto gli uomini nell’arco di diversi secoli, e sotto diverse dinastie imperiali.

Il pomeriggio c’è la Città Proibita che ci aspetta. 72 ettari per il palazzo più vasto del mondo, 8700 camere, cortili e costruzioni del tutto simmetrici, sede imperiale per le dinastie Ming e Qing. Oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco, sede di musei e attrazione turistica fra le più visitate del mondo intero.

Nei suoi cortili facciamo risuonare le note del canto a tenore. La gente fa capannello. Divertente.

L'annuncio del concerto a Pechino
L'annuncio del concerto a Pechino

Non lontano dalla Città Proibita e da Tienanmen vi è il teatro CNPA, il Centro Nazionale per le Arti dello Spettacolo (Guójiā dà jùyuànP, letteralmente "Grande Teatro Nazionale"), noto come l'Opera di Pechino, più familiarmente l'uovo, è un teatro d'opera a Pechino, Repubblica Popolare Cinese.

Il Centro, una cupola ellissoidale di titanio e vetro circondata da un lago artificiale, comprende in un'area di oltre 200.000 m² una sala per l'opera di 2.416 posti, una sala concerti con 2.017 posti, un teatro di 1.040 posti ed una attrezzatissima sala multimediale dove ci saremmo esibiti noi l’indomani..

È stato progettato dall'architetto francese Paul Andreu. La costruzione è iniziata nel dicembre 2001 e il concerto inaugurale si è tenuto nel dicembre 2007.

All’interno del CNPA non si era esibita sinora nessuna formazione di canto e tradizioni popolari italiane. Ci sentiamo emozionati e orgogliosi per essere i primi in tal senso. Da brividi.

Girare all’interno della struttura fa venire la pelle d’oca. Ogni angolo è un’opera d’arte, e opere d’arte sono disseminate dappertutto. Le cupole e la struttura sono davvero eccezionali. Mai visto niente di simile.

La sala multimediale il giorno dopo è piena, c’è gente in piedi.

La Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Stefania Stafutti, alla fine ci dice che la Direzione del teatro ha manifestato grande soddisfazione per il nostro spettacolo, augurandosi di ospitarci ancora.

Semplicemente sorprendente.

Andiamo via dalla Cina con la bocca piena di buoni sapori. Passa in secondo piano l’acre dello smog. Resta la contentezza per aver rappresentato per la prima volta l’universo delle tradizioni popolari di una piccola isola con una grande storia e un grandissimo patrimonio etnico.